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mercoledì 23 gennaio 2013

I(talia) love(s) Emilia

li 23 gennaio 2013


Una mattina davvero nebbiosa e crudele agli occhi; per questo ho deciso di regalarmi quattro ore di musica italiana guardando 'Italia loves Emilia' (leggi qui). Ho aperto i filmati senza controllare prima gli artisti aderenti ed i grandi esclusi (e ce ne sono stati, purtroppo), ma non mi sono rimangiato nulla. Sono di gusti musicali complicati, anzi forse più difficili che complicati, ma la coesione di queste persone per una giusta e nobile, onorevole e sana causa, più i 150.000+ presenti a Campovolo mi hanno rapito e tutt'ora mi cullano fra le 300.000 braccia alzate al cielo.

Siamo un popolo davvero straordinario, unito e coeso quanto l'ammirato popolo statunitense, salvo la nostra brutta ferita politica e nazional-istituzionale che qui non voglio entri con le sue piume sporche, fradice e lerce. Siamo un popolo che supera a piè pari le disparità culturali, che fin da bimbi la società malsana ci vuole inculcare, fra nord e sud, fra bianchi e neri, fra gay e eterosessuali, fra uomini e donne, fra operai e imprenditori, fra genitori e figli, fra nipoti e nonni, zii, cugini, sorelle, cognati, nuore e Dio. Mentre le mille persone chiamate a gestire il paese, in un momento di difficoltà (e non solo) come il terremoto in Emilia, si fanno prendere dal panico per le indagini giudiziarie fra Stato e Mafia, non alzano un dito, non protestano con noi, con loro e non aiutano con quantità il territorio, ci pensano 150.000 persone lì, dal vivo, più altre centinaia di migliaia che contribuiscono in differita alla raccolta di possibilità e di futuro per la nostra 'mezzaluna fertile'.

Un continuo andirivieni di cantanti, cantautori, gruppi storici (quali i Nomadi) che cantano, suonano e immilano la loro musica a favore dei disperati terremotati ricordando artisti oramai scomparsi che sarebbero stati lì in prima fila (e sicuramente c'erano) a cantar con loro. Siamo un grande popolo degno dei nostri avi, degno dei nostri futuri figli e degno di un futuro di pace, brio e amore. Siamo un grande popolo affianco ad una grande bandiera che va onorata, adulata e sventolata ogni giorno, su ogni vento, su ogni monte, valico, casa, palazzo, capanna, fiume, lago, foresta, bosco, pianura, riva, spiaggia, istituzione.



martedì 22 gennaio 2013

S(campagna)ta (de)elettorale fra cielo, mafia e rivoluzione civile

li, 22 gennaio 2013


Bene, male.
La campagna elettorale che dovrebbe dare il manrovescio alla seconda repubblica si sta lentamente, ma vorticosamente, accartocciando su se stessa. O meglio, potremmo dire che sono le ambizioni rivoluzionarie a scemare, a vedersi superate da liste (non) pulite ben bloccate per conservare la seconda repubblica nella sua non degna succeditrice. Basta accendere il televisore per rendersi conto di quanto stiano perforando la privacy culturale delle persone nel nome della par condicio e della campagna elettorale: si mettono addirittura a cronometrare le tempistiche di risposta a domande inutile e futili di pseudo giornalisti, quale Vespa su tutti, che altro non fanno che inorridire un mostro già brutto, brufoloso, sporco e puzzolente di marciume interno ed esterno. Il Dorian Gray di Wilde, al confronto, era una bellezza di bruttume e una purezza di puzzo tale da far sbiancare il più roseo e profumato Berlusconi, il più arrossato e alzato Bersani, il più brioso e accademico Monti. Non c'è verso, non c'è una via: non c'è una luce di fine tunnel se si guarda sempre e continuamente verso l'entrata piuttosto che verso l'uscita.
Dall'altra parte del monte ci sono i cittadini, che sono così ignoranti e spauriti da essere una degna rappresentazione viva e non vegeta del mito della caverna di Platone. Una persona su tutte emerge, si alza su di una sedia e grida al popolo, secondo lui sovrano, che si desti in nome delle cinque stelle presenti nel loro visibile firmamento quando, di notte, il cielo non è coperto dalla cortina fumogena (fumus persecutsionis?) alzata dall'altra parte del monte. Grida, sbraita, sveste gli occhiali da sole per quelli da vista, ma si dimentica che oltre ad essere presbite, il cittadino medio, è anche miope. Miope è anche e soprattutto questo leader (?) che vorrebbe smuovere questo movimento per il cielo e non vede che all'orizzonte, una fazione staccatasi dalla base popolare, si avvicina al suo movimento più di quanto entrambe le stesse osassero sperare. Una sorta di ascesa civile, con a capo (?) il boia antimafia che durante il proprio mandato (?) cercò di pescare il colpevole (o colpevoli?) di un presunto accordo fra l'altopiano (d'un lato della montagna) e le grotte all'interno della pancia della stessa. Sì, perché dal lato del fumus anni prima si levò una nube di incontenti che, per un'assenza dei primi, si stipò in alcune grotte (che nulla hanno a che vedere col buon Platone) ove per alcuni anni maturarono e decantarono azioni per rivendicare la proprio potenza intellettuale e fisica, per poi eruttare in alcuni attentati a danno d'entrambi i lati della montagna. Uno su tutti venne colpito e decapitato, non per mano del boia: il maestro del boia antimafia che ora tenta di guidare una delle due fazioni che si vedono, ma non si vogliono osservare.

Cosa accadrà? Le due fazioni si uniranno in una grande rivoluzione civile per le stelle del firmamento? La popolazione fedele sempre e solo al fumus (?) verrà boicottata e cacciata dall'altopiano del potere? I ribelli stipati in grotte e gallerie nella pancia della montagna verranno presi, acciuffati (dal boia successore del nostro boia civile)? Tutto rimarrà così com'è facendo credere che, però, tutto cambierà?
Io mi son letto il mito della caverna di Platone e benché tifi, sia fazioso, per una delle due fazioni civili, non sono molto ottimista.



venerdì 11 gennaio 2013

Uguaglianza: singolare, femminile

li 11/01/2013, venerdì



Quest'oggi, venerdì 11 gennaio 2013, è un giorno importante, bello, glorioso e nuovo.
La Corte di Cassazione (qui l'articolo del Fatto Quotidiano:http://goo.gl/smlyD
 
) ha deciso che i bimbi possono crescere bene tanto in una famiglia con genitori eterosessuali, quanto in una famiglia con genitori omosessuali. Il giudizio della CC fa giurisprudenza, quindi ufficiosamente è legge italiana.

Il mondo cambia, il mondo si rinnova, il mondo capisce e si evolve: il mondo studia e comprende.



domenica 19 agosto 2012

Quello che (non) ho

Non so se avete presente quella sensazione di volo sensoriale: di un lussureggiante e floreale giardino, con un tavolo estratto da un tronco d'albero ancora resinoso, con una sedia che è cespuglio e con un rumore che è musica. Be', sì, forse non la avrete presente perché non è cosa da tutti: c'è chi può e chi non può. Chi può continuerà a lodarla, continuerà a far visita al giardino di resina con la speranza di non smettere mai le proprie visite; chi non può continuerà a non capire e con atti nefandi colpire quel giardino, a lui astratto, solo perché lui non può. 'Quello che non ho è quel che non mi manca', diceva De André: ma se d'improvviso dovessi ottenerlo? Continueresti ad essere staccato verso di esso o lo includeresti in quel che hai e quindi canteresti che non ti manca ad un altro qualcosa o qualcuno qualunque?


lunedì 28 maggio 2012

Una crasi quasi perfetta

lì 28 maggio 2012


Culturalmente anteponiamo, in una piramide gerarchica mai vista, sentita e letta, l'amore all'amicizia. Lusinghiamo l'amore come fosse un bocciuolo di rosa, sferzato dal vento, annegato dalla pioggia e freddato dai ghiacci, mentre abbandoniamo l'amicizia lungo la 'vita crucis' con noncuranza, né tanto meno un briciolo di sentimento. Poi il Sole sorge e la Luna fa capolino e allora tutto cambia, si capovolge: l'amicizia, come tenera coperta fra i freddi d'inverno, ci copre e ci avvolge nel vero bocciuolo di rosa; quel bocciuolo dove Sole e Luna si dan la mano, dove la primavera profuma e fiorisce la Terra.



domenica 13 maggio 2012

Sabato sera, sabato notte

lì 13/05/2012


Un sabato sera insolito, passato a casa. Un sabato sera con i vicini in festa ed anche io, un po' per osmosi, ero in festa. Arricchito dalle risa contente e felici di chi così di rado sento sorridere. Decisamente un buon sabato sera, ma dopo arriva la notte. Il sabato notte è differente dal sabato sera, oggi tecnicamente è già domenica e la notte è stranamente magnifica. Sento le folate di vento, fuori, al fresco mentre io scrivo sotto la luce fioca della lampada. Scrivo ed aggiorno questo mio mini diario, mentre vorrei imbracciare la chitarra per poter scrivere qualcosa di più sentito. Non amo scrivere i testi e poi la musica, sono troppo indottrinato forse. Potrei proseguire con il libro che sto, pian piano, scrivendo, ma temo che la notte diverrebbe dì e non me lo posso permettere: dovrò, quando il Sole sarà sorto a noi, studiare.



mercoledì 25 aprile 2012

La libertà ha una data d'inizio, almeno per noi.

li 25/04/2012


Il 25/04/1945 l'Italia venne liberata, grazie Alleati e alla resistenza partigiana, dal dominio nazifascista.

Bello, sano e veritiero è ricordarci sempre che noi, ora, siamo qui magari a disquisire sull'argomento grazie ai giovani americani, inglesi e italiani morti chi per il valore di libertà, chi per il valore di patria. A loro s'alza sempre il mio pensiero e mai smetterò di ringraziarli, dal più profondo del cuore.
Noi come nazione, soprattutto nella storia recente, siamo sempre stati a nostra detta furbi, a giudizio dei posteri salvati. Dobbiamo ringraziare animatamente chi, pur non avendo legami con noi se non lo stesso pianeta su cui poggiare i piedi, venne a liberarci da una politica monarchica da noi scelta, votata e sostenuta.
Detto ciò, rinnovo il mio pensiero alle famiglie delle vittime e alle vittime stesse della II mondiale e a quei ragazzi miei coetanei che, chi da partigiano, chi da Alleato, spesero la vita per permettermi di vivere la mia.

L'Italia siamo noi, con autodeterminazione, cultura millenaria e amor di popolo: non buttiamo tutto questo dal balcone di vani e poco sani comizi.