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venerdì 30 marzo 2012

Prima(vera) (s)volta

Mai ho amato spasmodicamente la primavera, tanto più da quando ho scoperto le mie allergie annesse a questa, meravigliosa, stagione. Ammetto che qualcosa è cambiato: c'è qualcosa di diverso in questa primavera o in questo me che vive questa primavera. Ora, quando mi alzo la mattina, ho voglia di aprire le persiane e liberare le finestre, permettere così alla luce ancora fievole del giorno di farsi strada in casa, attraverso l'aria, per riscaldarla e portare un po' della vivacità tipica di stagione. Sapete, come se un germe della vita, un virus portatore di vaccino, circolasse per le correnti d'aria e le rinfrescasse, donando loro freschezza, la quale vien propugnata alla vita stessa per ringiovanirla in una primavera floreale e frizzante. In questi giorni canta anche un venticello caldo e lieve che smuove un po' questi brividi di freschezza, così nuovi che noi risultiamo ancora troppo obsoleti per poterne beneficiare. E' un paesaggio, una vista, un sentire la natura candida e iridescente.

La settimana prossima saremo in fase di plenilunio e aspetto con voglia e passione il momento per stendermi sul verde prato, alto sulla collina, a leggere la Luna.



lunedì 26 marzo 2012

Obesi di obesità

li 26/03/2012

Era da un po' di giorni che non m'avvicinavo a Piuminchiostro e devo dire che ne ho sentita la mancanza, non tanto fisica quanto mentale. Piuminchiostro nasce proprio come blog personale dove poter inserire, giorno per giorno, esperienza per esperienza, quegli avvenimenti che reputo possano interessare a chi mai si dovesse cimentare in una lettura senza tempo, senza terra, senza impegno.
Scambiando qualche e-mail con un'amica mi ritrovo scritto, sullo schermo, pensieri che realmente condivido, ma che non pensavo di poter scrivere. Pensieri che ognuno di noi, in fondo, ha, ma che esprimerli sembra quasi futile, inutile se non ritorsivo. Queste e-mail trattavano vasti argomenti, uno su tutti la libertà della storia.

Siamo realmente sicuri che la storia che conosciamo, dall'invenzione della scrittura a noi, sia totalmente vera? Avete mai visto la trilogia di Matrix? Be', se non lo avete fatto, fatelo: perdete qualche ora del vostro preziosissimo tempo per arricchire la vostra mente, in prima battuta di un bel film del quale non saprete cosa farvene, in seconda battuta di un'esperienza di vita che, forse, ha le stesse probabilità effettive che ha la tastiera su cui io ora sto pigiando i tasti, d'essere reale.
Se la nostra storia, quindi noi medesimi, fosse stata falsata? Fosse stata distillata a tavolino, magari in una taberna dove oste e avvinazzati fremevano e per bene e per servire, mentre alcuni saltimbanchi, più in là, copulando emettevano gemiti d'amore? Se il Nazareno fosse stato soltanto un uomo e di divino fosse solo il suo pensiero? Se la guerra punica che decise la cultura occidentale non fosse stata vinta da chi l'ha vinta? Se Leonardo non fosse stato solo un inventore, scrittore, artista, musicista, architetto? Se prima della scrittura fosse esistita un'altra tipologia di scrittura a noi, ora, sconosciuta e impossibile? Se noi ora vivessimo in uno spazio tridimensionale vivo, solo, sullo schermo di una personalità alienata con un'età prossima ai nostri quindici anni?

Credo che se non fossimo obesi di obesità come, effettivamente, lo siamo, avremmo la capacità mentale, dataci dal nostro creatore o innata che sia, di capire i meccanismi della vera storia, grazie alla cultura. Forse i grandi filosofi non avevano tutti i torti subissandosi di domande, all'apparenza inutili e prive di risposta, ma in lontananza assai nitide e palesi.



lunedì 19 marzo 2012

Un papà che gioca col bimbo

Nel lungo corso della mia breve vita mi sono più e più volte chiesto quale fosse il mio scopo, perché proprio qui, perché in questo dato periodo storico. Queste domande mai trovarono risposta, ma da buone filosofe aprirono sempre a nuove domande. Be', in questa giornata di ogni anno, una la socchiudo, perché una risposta la trovo, per poi riaprirla per il restante tempo.
Son passati ormai 23 anni da quando io nacqui e molte cose, credenze, abitudini son cambiate: lo vedo palese con i miei fratelli di 8 anni più piccini. Una cosa in papà non cambia mai, ma credo un po' in tutti i papà: prima di loro vengono i fanciulli. Questo alto valore etico che io non mi vanto di avere imparato, me l'ha insegnato sicuramente per parte il mio papà. Che stessi bene, male, senza soldi, con i soldi, triste, arrabbiato, ansioso, c'è sempre stato lui che con una battuta in dialetto mi faceva e ridere e respirare.
Ho avuto anni brutti, in adolescenza, che han messo alla prova, in dura prova, mamma e papà, quanto me stesso. Il bene s'è calcinato, la vicinanza aumentata ancora e la famigliarità, da non sottovalutare, intonacata.

Papà è un punto fermo che splende come un diamante in mezzo al cuore: auguri papà!



martedì 13 marzo 2012

Il mercato del martedì, una piccola festa nel paesello

li 13/03/2012


Proprio poco fa decisi di andare a fare due salti sul mercato del paese, rigorosamente appiedato. Appena uscito dalla via, sento in lontananza, trasportata dalla leggera brezza mattutina, una lieve e melodica musica ondeggiante: prima su e poi giù, prima su e poi giù. Voltandomi verso sud s'apre agli occhi un panorama che pochi, purtroppo, possono godersi appena fuor di casa. Un immenso prato verde, dove d'estate si coglie il grano, in primavera ribolle di fiori, piantine selvatiche, graminacee: ai margini un crescer d'alberi da cornice, giù per una strada persa di campagna, fino a recintare la steppa con una fattoria poco più in là. Alzando lo sguardo, grazie ad un cielo terso e spumeggiante di mille blu, si intravedono e vedono i colli dell'Oltrepò Pavese sbiancati da un flebile velo biancastro dovuto all'evaporazione dell'acqua nel suolo, dati i quasi 30° delle h 11:50.

Nella via per i giardinetti del paese, da una casa il ribollir dell'acqua prende la mia attenzione e la porta con sé, permettendomi d'udir un ragazzo che, cucinando, canticchia una canzoncina messa a volume massimo sullo stereo di casa.

Giungo finalmente ai giardini pubblici, ad un passo dal mercato, ma mi voglio fermare un momento per assaporare l'odor di erba, di prato, di alberi maestosi e secolari che, grazie ad un po' di fortuna, un paesotto come il mio si può permettere d'avere. Il tutto guarnito da nonne e nonni con i lor nipotini che li fan trottare prima di qua e poi di là, fin su sui giochi e poi giù sulle panchine. Varcando la porta immaginaria del mercato sobbalzo davanti a un fremito di rumori e suoni: c'è un terzetto di suonatori ambulanti, trombettisti e fisarmonicisti che rallegrano il martedì di mercato in cambio di qualche € per una bottiglia di vino e tre panini. Scorrendo il mercato per il suo lato lungo si odono venditori che chiacchierano tra loro nelle loro più disparate lingue e dialetti, venditori che incentivano i passanti a fermarsi per far compere alle proprie bancarelle. Un bailame che vivacizza un paese abituato ad una routine tutt'altro che vivace.



lunedì 12 marzo 2012

La realtà del libro

li 12/03/2012


Penso che i libri siano seriamente sottovalutati.
Quando ho voglia di leggere ed apro il libro, sfogliando le pagine col pollice fino ad arrivare al segnalibro del caso, o addirittura fino ad arrivare, dall'ultima, alla prima pagina permettendo ad un effluvio impercettibile di fuoriuscire dal segreto delle pagine e inondare la vita nei dintorni di un meraviglioso brio, è come se venissi risucchiato ed attratto da un vortice di sensazioni che permettono alla mia mente di conoscere e vivere una realtà a sé stante: la realtà del libro. Leggere, riga dopo riga, pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo la storia, le vite, le speranze, le illusioni, le amarezze, le gioie, gli amori, le debolezze e le commozioni dei personaggi del libro è un qualcosa di etereo ed incondizionabile. Non è opinabile il bagliore lussureggiante negli occhi di un lettore; anche un non lettore, se lettore, s'abbaglierebbe di questa luce.

I libri sono sottovalutati perchè ritenuti obsoleti, vecchi, sporchi, polverosi. Ritenuti come una perdita di tempo vengono elogiati, ma messi a margine, fuori dal cerchio 'delle cose da fare' e da far fare, aggiungerei. La bellezza di sfogliare un vecchio libro polveroso, la gioia di spulciare un nuovo libro appena stampato, la gioia nello scrivere un libro inserendo parole dopo parole collegate fra loro da un filo logico che solo il punto finale può capitolare e completare.

Sono un'immensa ricchezza che mai passerà: la carta mai si dimentica di ciò che è scritto su sé stessa.
Quando aprendo un libro sentirai una brezza vitae e chiudendo il libro tentennerai come alla perdita di un amico, allora sì che potrai ritenerti fortunato perché avrai appena concluso un'avventura che non è fine, ma principio.


mercoledì 7 marzo 2012

Femmina è poesia

Nata da una leggenda fa la sua comparsa sulla Terra; da molti ritenuta infima, un oggetto puerile necessario, quantomeno, per la procreazione. Oggetto di soprusi, violenze, ingiustizie, alienazioni e di rilevanza marginale per millenni di storia.
Amala, adornala d'amore e di sorrisi. Incoronala e proteggila, adorala e vivila: merita solo il meglio, d'altronde, come ognuno di noi.
Amala!


Io immagino - I

 li 07/03/2012


Immagino un mondo dove tutto è talmente libero, che la sua società nemmeno conosce il significato di libertà;
immagino un mondo dove libri, musica e quadri son gratis, vincitori su ideali politici ed economici;
immagino un mondo dove l'amore non è predicato, ma dove, l'uomo, vien guardato dal peccato;
immagino un mondo, però, che conosce il dolore, lo rispetta e lo protegge: non esiste un qualcosa se il suo opposto è inesistente.


- in sottofondo 'give peace a chance' di un immenso J. Lennon -


giovedì 1 marzo 2012

In piazza c'è un lupo che ulula ad un amico lontano.

li 01/03/2012


Inizia male questa bella giornata di marzo, la sua prima a dire il vero. Si narra che marzo sia un mese pazzo, non solo per l'assonanza dei termini, ma per la strana posizione del Sole che oggi ci giunge caldo, domani ci giunge freddo.
Il risveglio non è dei migliori, dettato da un sonno tormentato e da sogni poco risibili e mnemonici. Il caffè latte riesce, per pochi minuti, a risollevare l'umore sogno-patico, con l'aiuto del sole che, aprendo le persiane, fa capolino fra i rami nudi delle piante, sorvola e riscalda le siepi e si posa sul tavolo da pranzo.
L'avviarsi al PC per le solite notizie mattutine non è dei migliori, per nulla. L'ansa ancora non parla della morte, ma gli amici de 'Lo zoo di 105' annunciano, su twitter, la morte del Genio della musica: Lucio Dalla.

Lucio Dalla era, per la musica, come uno sgabello su cui salire e mostrarsi al pulpito del mondo. Un uomo che della sua simpatia e goliardia fece scudo e della penna e della carta fece arma. Le sue poesie raccontano un mondo che non sempre si è pronti ad affrontare, ma che lui, come altri suoi amici e colleghi, riescono a flebarti con poche dosi alla volta riempendo il vuoto che dentro di te si annida, si culla.

Non è una buona giornata, è una pessima giornata irradiata da uno splendido Sole e accompagnata dall'effluvio di poesia che riempe l'aria fino a renderla densa, colorata, riflettente.
Non è una buona giornata ed io sono in lutto per la morte di un amico a cui mai strinsi la mano, ma che sovente strinsi il cuore.

Non è una buona giornata, ma il pensiero a ciò che Lucio ci ha lasciato mi soddisfa di gioia e orgoglio.
 

Ciao Lucio,
attento al lupo!