Pagine

mercoledì 25 aprile 2012

La libertà ha una data d'inizio, almeno per noi.

li 25/04/2012


Il 25/04/1945 l'Italia venne liberata, grazie Alleati e alla resistenza partigiana, dal dominio nazifascista.

Bello, sano e veritiero è ricordarci sempre che noi, ora, siamo qui magari a disquisire sull'argomento grazie ai giovani americani, inglesi e italiani morti chi per il valore di libertà, chi per il valore di patria. A loro s'alza sempre il mio pensiero e mai smetterò di ringraziarli, dal più profondo del cuore.
Noi come nazione, soprattutto nella storia recente, siamo sempre stati a nostra detta furbi, a giudizio dei posteri salvati. Dobbiamo ringraziare animatamente chi, pur non avendo legami con noi se non lo stesso pianeta su cui poggiare i piedi, venne a liberarci da una politica monarchica da noi scelta, votata e sostenuta.
Detto ciò, rinnovo il mio pensiero alle famiglie delle vittime e alle vittime stesse della II mondiale e a quei ragazzi miei coetanei che, chi da partigiano, chi da Alleato, spesero la vita per permettermi di vivere la mia.

L'Italia siamo noi, con autodeterminazione, cultura millenaria e amor di popolo: non buttiamo tutto questo dal balcone di vani e poco sani comizi.



martedì 17 aprile 2012

Il plenilunio dell'Universo

lì 16/04/2012
ore 23.45


Con sempre meno costanza mi accingo a questo blog per scrivere i miei pensieri, tenendoli sempre più impressi nella mente, nella memoria fino a farli svanire in un sogno. Sono sempre troppo impegnato, o nel far nulla, o nel far troppo: in questo periodo sto facendo decisamente troppo, sicuramente il giusto. Non voglio ammorbare chi mai deciderà di intraprendere questa lettura, che già è difficile di per sé, né tanto meno voglio ammorbare me a quest'ora della sera, dopo una giornata di frenetico studio e volanti caffè amari. Voglio però porre qualche domanda, come mio solito, qualche domanda che, magari, potrà riuscire nel suo intento.

Sicuramente avrete già visto un plenilunio. Il plenilunio è il momento più adatto per osservare il cielo, così non dicono gli astronomi poiché la luce solare riflessa dalla Luna oscura alcuni miliardi di stelle che splendono dietro il cono lunare. Secondo me, da profano in materia e da compositore, è il momento più adatto per ammirare il firmamento completamente puntellato da vita. Sicuramente alla vista di un plenilunio ci si può soffermare qualche istante e dire, tra sé e sé: 'cacchio che bella Luna, che bel cielo stasera'. Capiamo, o almeno tentiamo di domandarci, quanto in realtà quello che stiamo osservando sia nostro ma non di nostra proprietà? Difficile, vero?! Quando guardo il cielo stellato, firmato da una Luna piena, mi piace pensare all'universo intero: partendo dal Sistema Solare per poi avanzare alla Via Lattea, passando da Andromeda ed arrivando all'Universo intero (sempre che d'intero si possa parlare trattando l'universo). Incredibilmente affascinante e spaventoso quanto il tutto sia immenso, per i nostri parametri di grandezza, quanto tutto sia estremamente bello e armonico. Tutto è in armonia con tutto ciò che circonda il tutto: un ammasso eterogeneo di vita che convive in omogeneità. Un ossimoro stupendamente brillante, non trovate?! La Natura.

Al prossimo plenilunio io sarò lì, per quel poco tempo, ad osservare l'universo da questa piccola finestra che abbiamo in dono dall'universo stesso. Un tassello fondamentale, sicuramente decisivo, per avvicinarsi all'esser pago, credo debba essere senz'altro guardare quella fetta di cielo e ammirare la natura con la sua pazza vena di originalità, mutatasi in vita.

lunedì 9 aprile 2012

Omertà di sangue bambino

Nel pomeriggio leggo un articolo al quanto scioccante sul quotidiano di provincia: "ragazzino quattordicenne viene picchiato selvaggiamente fuori scuola e, nell'indifferenza generale, cammina verso la stazione centrale di Pavia sanguinante all'occhio."

Io un esame di coscienza, a questo punto, fossi nella classe dirigente attuale, me lo farei. Era fra amici, i suoi compagni di classe, fra ragazzi del quinto anno che nemmeno hanno alzato un dito per metter fine ad un atroce duello fra la nuova generazione. Sconosciute le cause del litigio, ma qualsiasi esse siano non permettono, tanto meno giustificano, una reazione tale ed un assenteismo umano così esagerato. Siamo a livelli fascisti, quasi razzisti. Ragazzi di vent'anni che non intervengono per separare due ragazzini che si picchiano a calci e pugni con zampilli di sangue qua e là. 

Il ferito, questa povera creatura, cammina tra l'indifferenza di tutti i compagni di scuola - quasi duemila - e dell'intera città, fino in stazione. Lì si dirige verso il bagno pubblico, dove piangendo lacrime di sangue e singhiozzando, cerca di pulirsi l'occhio ed il volto. Lì una signora lo vede in lacrime ed in pieno sangue, di riflesso chiama la polizia e l'ambulanza che poi agiranno come dovere.

C'è talmente tanta malvagità e omertà in questi gesti che rabbrividisco di rabbia al solo pensiero. Non intervenire durante una lite fra ragazzini è da scellerati; permettere quello che quei ragazzi 'grandi' hanno permesso è sicuramente più doloso e grave della lite in sé. Lo sappiamo, una lite si può accendere facilmente fra ragazzi di quattordici anni, ma non può sfociare in una selvaggia caccia all'uomo ingabbiato in un recinto di persone inermi, quasi plaudenti e scommettitrici sull'incontro di sangue.

No, non posso accettare una cosa del genere: nessun professore, bidello, addetto alla sicurezza della scuola è intervenuto, nemmeno c'erano. Spero solo che il babbo di quel povero bambino, a cui va tutto il mio affetto, denunci prontamente tutti quelli che sono passibili di denuncia e che vada fino in fondo a questo cavillo omertoso della nostra società.

A quei cosiddetti adulti, presenti all'incontro di sangue, è andata bene che io non sia stato lì. I denti sarebbero volati a qualcun altro, sicuramente. Sono veramente triste, amareggiato e profondamente dispiaciuto per questo evento così crudele, meschino e fascio-omertoso: mi vien da piangere...




domenica 8 aprile 2012

La festa di cioccolato

Pasqua: una parola, molteplici significati.
Del suo storico significato - "passar oltre" - oggi non ce ne facciamo nulla, né tanto meno cerchiamo di comprenderlo a fondo. Siamo soliti regalare uova di cioccolato senza sapere l'origine di questa usanza, ma va bene così, tutto sommato. Il vero nocciolo della pasqua è che nessuno più la vive, parlando dei credenti, con spirito di unione e di festa per Gesù risorto, ma viene vissuta come un festa dispersiva, atta al mangiar agnelli a tutto tondo ed in ogni salsa, condita da uova al cioccolato di ogni forma e gusto. Quasi quanto il natale: oramai non si ricordano nemmeno pi cosa realmente stanno festeggiando.
Preferisco quindi chi, con coscienza e rispetto, s'esula dal credere in chissàchì per poi, invece, mangiare e bere in suo nome.

Ha davvero ancora significato festeggiare pasqua e natale, pentecoste e ascensione? Ha ancora significato credere alle parole della bibbia con una pennellata di misticismo? Possiamo ancora aver fede in chi scelse, per noi, i libri tutt'ora facenti parte della bibbia? Perché scelse quelli e non quell'altri? Libri apocrifi, ma di che?

Ha davvero ancora significato credere in un dio scritto dall'uomo?

Attendendo una risposta che mai arriverà, mi sorseggio del buon vino rosso accompagnandolo con pezzi di cioccolato Kinder, perché sì: siamo tutti un po' consumisti.



sabato 7 aprile 2012

Siamo un virus non immune all'autocontagio

Quella sensazione di disagio psicologico più che fisico; quella sensazione di fame con lo stomaco gonfio; quella sensazione di amore col cuore pieno di indifferenza.
Non vorrei realmente mai capire perchè la gente ha un assunto di essenziale totalmente diverso dal mio. Come vivere su due pianeti distinti, meglio in due universi paralleli, ma tangenti ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo. Un qualcosa che non esiste, ma che è in essere.

Si cerca la pace e si costruiscono le guerre; si cerca di sfamare e si crea costantemente la fame; si cerca la cultura e si bruciano puntualmente i libri.

Una cultura dell'essere terribilmente non affascinante, non istruttiva, non costruttiva, ma semplicemente troppo utopistica, reale. Il cercare qualcosa per poi allontanarsi da quel qualcosa solo perchè, quel qualcosa, lo vediamo troppo lontano o troppo astruso per essere fatto nostro: privandoci di privilegi, danari, benessere sociale.

Culliamo la pace fra le nostre labbra, ma imbracciamo pistole e fucili.

Il mondo mai cambierà fino a quando non capiremo che battersi per gli altri è la prima volontà per una pace considerevole. Se tutti combattessimo per portare un po' di pace al prossimo (senza alcun riferimento religioso), in una generazione il mondo fiorirebbe in una primavera della storia. Purtroppo pensiamo e vogliamo credere che così facendo, noi, andremmo sempre più in basso in una scala sociale solo a noi nota, solo a noi degna di nota. Purtroppo la non lungimiranza del pensiero porta ad un incancrenimento della società e dell'uomo stesso.

Quando realmente capiremo così significano la pace, la cultura, la fame e l'amore, queste meraviglie le avremo già trasformate in guerra, ignoranza, fame e indifferenza. Siamo un virus, un virus destinato ad estinguersi per colpa propria.



mercoledì 4 aprile 2012

Torna, implicitamente, la censura

Sempre ho cercato di far sentire la mia opinione sul mondo a chi mi sta intorno e tempo fa decisi di provarci anche su facebook. Una piattaforma cibernetica dalle potenzialità infinite. Così mi son messo d'impegno e investivo parte del mio tempo per scrivere, commentare, insinuare domande, capire il punto di vista del mondo di persone anche lontane da me, fisicamente. Questo per un po' ha funzionato fino a quando le persone si son viste costrette a scegliere se commentare me, stare 'dietro' alle mie provocazioni o se parlare di calcio, di belle fighe, di macchine e di moto. Ovviamente e liberamente hanno scelto la seconda via ed io, come rilancio, ieri stesso, ho pubblicato 'Il re senza corona' che voleva essere l'ultimo mio asso per suscitare in loro la curiosità di capire il mio mondo e magari di affacciarcisi. Come previsto, ma non come sperato, il re non ha avuto ascolto, quindi io ho preso la mia decisione.

Mi censuro totalmente su facebook e abbandono l'idea, tanto sperata quanto inutile, di riuscire ad utilizzare quella piattaforma come un veicolo interculturale.
Quel che mi spiace è che l'ignoranza ha, ancora una volta, censurato la cultura.



martedì 3 aprile 2012

Re senza corona

Sono il re senza corona | di una nazione senza territorio, | di un popolo senza cultura | con un passato senza ricordo. | Al di sopra di tutti ci sono io, | o almeno così mi hanno detto | che persino il buon Dio | ha timore del mio veto. | Con le leggi io ci gioco, | con la giustizia mi diletto: | non sto attento nemmeno al fuoco | perché da tutto io son protetto. | Il popolo senza cultura | di me teme e china il capo, | perché sa che con arcigna freddura | io regno incontrastato. | Ai ribelli senza legge | io punto il dito e dico: | seguite i vostri pari nel gregge | o vi incappuccerò al fico. |
Un dì un bandito | osò sfidare il trono | e con un anello al dito | dichiarò il non perdono | per tutte quelle persone uccise | da un re senza corona | capace solo di aggiunger accise | e di non mollar la d'oro poltrona. | Il bandito sfidò a duello, | con a premio la democrazia, | quel re tanto agnello | da chieder aiuto all'esercito e all'abbazia. | Il soccorso venne negato | sicché il bandito aiuti non aveva, | il re non poteva esser aiutato | doveva star dritto sulla schiena. | Lo scontro fu cruento, | ma senza alcuna difficoltà | il fuorilegge irruento | spezzò lo scudo di sua maestà. | Il re messo alle corde, | il senza corona sconfitto, | ordinò al suo Caronte | d'uccidere il bandito. | Il cavaliere negò l'aiuto | e con lui l'esercito intero, | si schierarono col bandito | per essere liberi davvero. | Il fuorilegge come ultimo gesto, | per la nuova democrazia, | rinchiuse il tiranno indigesto, | per poi andarsene via."

- Piuminchiostro