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lunedì 19 marzo 2012

Un papà che gioca col bimbo

Nel lungo corso della mia breve vita mi sono più e più volte chiesto quale fosse il mio scopo, perché proprio qui, perché in questo dato periodo storico. Queste domande mai trovarono risposta, ma da buone filosofe aprirono sempre a nuove domande. Be', in questa giornata di ogni anno, una la socchiudo, perché una risposta la trovo, per poi riaprirla per il restante tempo.
Son passati ormai 23 anni da quando io nacqui e molte cose, credenze, abitudini son cambiate: lo vedo palese con i miei fratelli di 8 anni più piccini. Una cosa in papà non cambia mai, ma credo un po' in tutti i papà: prima di loro vengono i fanciulli. Questo alto valore etico che io non mi vanto di avere imparato, me l'ha insegnato sicuramente per parte il mio papà. Che stessi bene, male, senza soldi, con i soldi, triste, arrabbiato, ansioso, c'è sempre stato lui che con una battuta in dialetto mi faceva e ridere e respirare.
Ho avuto anni brutti, in adolescenza, che han messo alla prova, in dura prova, mamma e papà, quanto me stesso. Il bene s'è calcinato, la vicinanza aumentata ancora e la famigliarità, da non sottovalutare, intonacata.

Papà è un punto fermo che splende come un diamante in mezzo al cuore: auguri papà!



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