Sono il re senza corona | di una nazione senza territorio, | di un popolo senza cultura | con un passato senza ricordo. | Al di
sopra di tutti ci sono io, | o almeno così mi hanno detto | che
persino il buon Dio | ha timore del mio veto. | Con le leggi io ci
gioco, | con la giustizia mi diletto: | non sto attento nemmeno al
fuoco | perché da tutto io son protetto. | Il popolo senza cultura | di
me teme e china il capo, | perché sa che con arcigna freddura | io
regno incontrastato. | Ai ribelli senza legge | io punto il dito e
dico: | seguite i vostri pari nel gregge | o vi incappuccerò al fico. |
Un
dì un bandito | osò sfidare il trono | e con un anello al dito |
dichiarò il non perdono | per tutte quelle persone uccise | da un re
senza corona | capace solo di aggiunger accise | e di non mollar la
d'oro poltrona. | Il bandito sfidò a duello, | con a premio la
democrazia, | quel re tanto agnello | da chieder aiuto all'esercito e
all'abbazia. | Il soccorso venne negato | sicché il bandito aiuti non
aveva, | il re non poteva esser aiutato | doveva star dritto sulla
schiena. | Lo scontro fu cruento, | ma senza alcuna difficoltà | il
fuorilegge irruento | spezzò lo scudo di sua maestà. | Il re messo alle
corde, | il senza corona sconfitto, | ordinò al suo Caronte |
d'uccidere il bandito. | Il cavaliere negò l'aiuto | e con lui
l'esercito intero, | si schierarono col bandito | per essere liberi
davvero. | Il fuorilegge come ultimo gesto, | per la nuova democrazia, |
rinchiuse il tiranno indigesto, | per poi andarsene via."
- Piuminchiostro
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